Aqua Mater: ispirati da Salgado, pensiamo all’acqua come diritto umano

Lo scorso settembre si è chiusa a Parigi la mostra di Sebastião e Lelia Salgado intitolata Aqua Mater e dedicata al tema dell'acqua.
Attraverso la bellezza degli scatti, un messaggio forte che ci invita all’azione. A cui abbiamo risposto con due iniziative

Quest’anno, presso il World Water Forum, l’UNESCO ha voluto dare risalto al tema delle acque sotterranee.

Se ne parla poco, ma le acque sotterranee rappresentano circa il 99% di tutta l’acqua dolce liquida sulla Terra, circa il 25% di quella usata per l’irrigazione e la metà di quella prelevata per uso domestico dalla popolazione mondiale. Oltre ad essere l’unica fonte accessibile di acqua potabile per la stragrande maggioranza delle persone che, vivendo in zone rurali, non sono raggiunte da sistemi di approvvigionamento pubblici o privati.

Si tratta dunque di una risorsa naturale di fondamentale importanza, spesso sottovalutata, mal gestita e pericolosamente vulnerabile all’esaurimento e all’inquinamento.

È interessante approfondire il report pubblicato per l’occasione dall’UNESCO, dal titolo evocativo: Acque sotterranee, rendere visibile l’invisibile (lo trovate qui).

Tra le varie iniziative culturali realizzate sempre dall’UNESCO per aumentare la consapevolezza su questa importante questione ambientale, ci ha colpito la bellezza e la poesia della mostra Aqua Mater, di Sebastião e Lelia Salgado che fino a settembre è stata esposta a Parigi, e che abbiamo avuto il piacere di visitare tra gli enormi grattacieli del quartiere “La Défense”.

In una struttura naturale in bambù di 1000 mq, progettata dall’architetto Simón Vélez, erano esposte immagini sul tema dell’acqua e sulla salvaguardia del Creato.

Il mare, le diverse specie acquatiche, gli scenari mozzafiato, i pescatori di tonno in Sicilia, l’acqua come nutrimento, la sua abbondanza e la sua rarità, le alghe, il sale, i ghiacciai dell’artico e antartico come riserve inestimabili di acqua dolce, terre spaccate dalla siccità.

Le fotografie arrivano dritte al cuore e anche l’atmosfera onirica aiuta la fruizione: le luci soffuse e una musica di sottofondo, composta per l’occasione da François-Bernard, immergono il visitatore in una esperienza visiva, sensoriale e quasi “spirituale”.

Sono scatti che spingono all’azione con dolcezza. Invitano, attraverso la bellezza, a proteggere il fragile equilibrio della vita sulla Terra.

Abbiamo quindi cercato di articolare una risposta a questo appello.

Attraverso l’Ufficio Educazione Mondialità siamo partiti dalle giovani generazioni: dal 24 ottobre, per una settimana, allestiremo al Centro Pime la mostra “Missione acqua, un diritto per tutti”, che sarà visitabile dalle scuole. Attraverso una metodologia partecipata, questa mostra ha come obiettivo quello di rendere tutti più consapevoli che le nostre abitudini e le nostre scelte hanno un effetto concreto su questo prezioso bene comune e sulla sua salvaguardia. I conflitti per l’acqua, la differenza tra quella del rubinetto e quella in bottiglia, i consumi domestici e quelli industriali, gli squilibri mondiali: sono alcuni dei principali temi che verranno approfonditi per aiutare i ragazzi e le loro insegnanti a raggiungere una consapevolezza diversa, che si trasformi in comportamenti virtuosi.

Unitamente a questa iniziativa culturale ed educativa, abbiamo raccolto l’appello del villaggio di Dangmereing, in Ciad, dove operano i nostri missionari.

La comunità chiede urgentemente un aiuto per costruire un pozzo. L’economia di questo villaggio è basata su agricoltura e allevamento, attività che richiedono entrambe un grande consumo di acqua. E durante la stagione secca, che negli ultimi anni, a causa dei cambiamenti climatici, è diventata sempre più lunga, avere accesso all’acqua è quasi impossibile. Le donne devono percorrere molti chilometri per procurarsi un bidone d’acqua, in pozze utilizzate da diversi villaggi oltre che dal bestiame. Spesso, poi, quest’acqua è inquinata o insalubre, e questo causa la diffusione di gravi malattie le quali colpiscono soprattutto i bambini.

Attività del progetto

Costruzione di nuovo pozzo per la fornitura di acqua potabile

miglioramento della situazione igienico-sanitaria e di vita delle famiglie

prevenzione e riduzione di patologie connesse all'uso di acqua contaminata

sensibilizzazione della popolazione per la manutenzione autogestita del pozzo

La costruzione di un pozzo permetterebbe a Dangmereing di procurarsi l’acqua potabile necessaria all’uso domestico, agricolo e per il bestiame, e contribuirebbe a migliorare non solo le condizioni di vita, ma anche quelle igieniche e sanitarie dell’intero villaggio.

Il pozzo per la comunità di Dangmereing è una piccola goccia di solidarietà. Ma come diceva Madre Teresa di Calcutta: “Sappiamo bene che ciò che facciamo non è che una goccia nell’oceano. Ma se questa goccia non ci fosse, all’oceano mancherebbe.”

Altre proposte dell'Ufficio Educazione Mondialità