Globalizzazione e conflitto. Incontro con Adrien Candiard

Come la convivenza costruisce la pace?

Sede

Auditorium Largo Corsia dei Servi 4, Milano

Data / Ora

28.03.2022

21:00 -

Con Adrien Candiard, Institut dominicain d’études orientales; Stefano Alberto, Università Cattolica di Milano; Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice.
Promosso da Centro culturale di Milano e Centro Pime

La guerra obbliga a termini nuovi e urgenti per leggere l’identità, la convivenza, la globalizzazione, la pace. Su questo – in una serata promossa insieme dal Centro culturale di Milano e dal Centro Pime – incontriamo Adrien Candiard, frate domenicano e teologo al Cairo dove fa parte dell’Institut dominicain d’études orientales (Ideo), particolarmente coinvolto nel pensiero da cui è nata l’enciclica Fratelli tutti di papa Francesco. Tra condanna, distinguo e sconcerto di fronte all’invasione dell’Ucraina e alle situazioni di conflitto nel mondo, appare tutta la fatica e il disorientamento a trovare le parole e un indirizzo che sia esistenziale e collettivo, culturale e politico, dunque sociale. Su questo durante la serata Candiard si confronterà con don Stefano Alberto, docente di teologia all’Università Cattolica di Milano e Ritanna Armeni, giornalista e scrittrice.

Il libro: "Tolleranza? Meglio il dialogo"

Nel suo nuovo libro, pubblicato dalla Libreria editrice vaticana, Adrien Candiard esamina un caso, lungo anni, che si è soliti portare ad esempio sul tema del multiculturalismo e dell’eterno conflitto tra identità che infiamma gran parte del mondo contemporaneo e che pervade anche le nostre società. L’Andalusia del periodo Medioevale rappresentato come un regno di una serafica armonia interreligiosa, una stagione ritenuta anticipatrice dell’Illuminismo. Ma è stato davvero così? Candiard ritiene che la ricchezza di quella stagione culturale sia tutt’altro che un semplice sincretismo interreligioso o l’arrendevolezza intellettuale del credente. Quel “caso” è invece la testimonianza che l’indebolimento della concezione religiosa della verità non favorisce, anzi ostacola la tolleranza, che in fondo, non prende veramente in considerazione l’altro e le sue idee.