Emergenza
profughi Sudan

In Ciad continuano ad arrivare migliaia di profughi ogni giorno: sono sudanesi che fuggono dal conflitto interno al loro Paese, scoppiato a metà aprile tra l’esercito regolare e il gruppo paramilitare Rapid Support Forces (RSF).

A fine maggio, secondo l’Alto Commissariato Onu per i rifugiati (Unhcr), erano oltre 100.000 quelli che avevano varcato la frontiera. L’Unhcr riporta che «Quasi il 90 per cento è composto da minori e donne, tra queste molte di loro sono incinte. Un quinto dei bambini tra i 6 e i 9 mesi sottoposti a screening è risultato gravemente malnutrito».

Per garantire un intervento tempestivo, abbiamo attivato una raccolta fondi per far arrivare, attraverso fratel Fabio Mussi missionario del Pime, e la Chiesa del Ciad, un aiuto a migliaia di persone che hanno perso tutto.

Come donare

È possibile donare attraverso i consueti canali immettendo la causale

S148 – Emergenza profughi Sudan

Versamento on line con Carta di credito (Visa,Cartasì, Mastercard, American Express) o Paypal cliccando sul bottone qui sotto

– Bonifico bancario: intestato a Fondazione Pime Onlus
IBAN IT89M0623001633000015111283
Si prega di mandare sempre una mail di conferma dell’avvenuto bonifico a uam@pimemilano.com, specificando nome, cognome, indirizzo, codice fiscale, luogo e data di nascita (dati utili all’emissione del documento valido per la detrazione fiscale).

– Conto corrente postale: n. 39208202 intestato a Fondazione Pime Onlus.

❮❮ Ci rendiamo ben conto che con tutte le "emergenze profughi" in Italia non è facile essere attenti a questa tragedia che è lontana e poco conosciuta. Questa situazione non ci scoraggia, ma ci spinge ancora di più a guardare al di là delle nostre forze e contare sulla Provvidenza.

Grazie ancora per quanto potrete fare per questa realtà che sta soffrendo. ❯❯

Fratel Mussi, che è responsabile dei progetti sociali nella diocesi di Mongo, si è già attivato per portare aiuti di emergenza, in particolare cibo, acqua e beni di prima necessità. «Abbiamo creato un’équipe di Caritas che sarà presente sul posto coadiuvata da alcuni volontari cristiani che vivono in quelle zone, che sono molto remote e difficilmente raggiungibili. Dobbiamo intervenire al più presto perché non appena comincerà la stagione delle piogge diventerà praticamente impossibile arrivare da quelle parte».

❮❮ Le persone che abbiamo incontrato sul confine ci hanno raccontato di violenze terribili. Sono scappate senza niente e vivono accampate sotto qualche arbusto o una misera tenda, in attesa di essere ricollocate nei campi a una trentina di chilometri dal confine. Sono soprattutto donne e bambini e sono terrorizzati. Raccontano di bande armate che uccidono senza pietà e fanno razzia di tutto. ❯❯

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