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16/05/2023
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Educazione
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scuola
Fuori di sé, da me al mondo
Per affrontare le sfide educative che bambini e ragazzi sollevano dobbiamo passare dalla logica dell' "io" a quella del "noi". Solo nella relazione con l'altro possiamo scoprire la nostra umanità. Per questo, al centro delle nostre proposte formative per il prossimo anno scolastico, ci sono la conoscenza di sé, l'incontro con l'alterità e la connessione con il mondo
❮❮ I giovani mandano segnali inequivocabili di malessere e chiedono con i loro corpi che le cose cambino. Più di tre milioni di Neet. Un ragazzo su cinque, tra i 10 e i 19 anni, ha problemi di salute mentale. Tre milioni di ragazzi e ragazze che soffrono di disturbi del comportamento alimentare: negli ultimi dieci anni si è abbassata in modo vistoso l’età di insorgenza, con esordi frequenti già a 8-10 anni. ❯❯
Così apre il numero di maggio di Vita, con notizie che ormai leggiamo e sentiamo quotidianamente sia dai media che nelle nostre vite. Per non parlare delle questioni ambientali, delle guerre, delle crisi economiche, della povertà…
In quest’anno scolastico che si sta concludendo, noi dell’Ufficio Educazione Mondialità della Fondazione Pime Onlus, abbiamo incontrato circa 900 classi in presenza e altre circa 1200 tramite i canali digitali. Dai tanti docenti che ci hanno contattato per definire un progetto insieme è arrivata la richiesta di supportarli nel proporre esperienze e laboratori sul gruppo, per approfondire cammini di crescita personali e scelte di orientamento. Interventi per aiutarli ad affrontare le relazioni giudicanti, i pregiudizi, le tensioni, le ansie che sempre più prendono il sopravvento anche in classe.
Questi docenti sono sì impegnati nell’istruzione, nell’accrescere le conoscenze dei loro alunni, ma sempre più sono consapevoli che questo obiettivo non può prescindere da un benessere del singolo e del gruppo classe. Di come sia necessario tenere insieme le diverse dimensioni, avere un approccio globale, che guardi all’umanità intera che si respira in ciascuna classe. Abbiamo così realizzato nuovi percorsi, progettati per continuare ad educare insieme: perché davanti a simili problematiche è ancora più necessario fare squadra, creare alleanze, unire competenze e dare risposte a 360°.
Ci siamo interrogati su quali nuovi interventi le realtà educative oggi avessero bisogno. Al Centro Pime di Milano abbiamo rafforzato e implementato Time Out. Spazio studio extra-ordinario raggiungendo ottanta ragazzi e ragazze delle scuole secondarie di secondo grado; abbiamo attivato lo stesso servizio nella sede di Busto Arsizio, dove in soli quindici giorni ad aprile sono arrivati i primi venti giovani. A Sotto il Monte è proseguito Passi al Pime?! Tempo di incontro, gioco, creatività e studio per bambini e ragazzi delle scuole primarie e secondarie di primo grado, raggiungendo quaranta utenti. Sono attività in cui siamo affiancati dal prezioso impegno di volontari universitari, lavoratori, pensionati con cui si è stretta una forte collaborazione. Stiamo scrivendo progetti per ottenere contributi al fine di estendere queste esperienze educative a Treviso e in Villa Grugana a Calco oltre che per dare continuità a quelle già attive.
Abbiamo avviato collaborazioni virtuose con altre realtà del Terzo settore, amministrazioni locali, provinciali e regionali, università e tanti istituti scolastici. Anche se non sempre formalizzata abbiamo sperimentato e vissuto la forza della comunità educante che si fa carico dei nuovi bisogni e insieme dà risposte concrete. Perché le domande vanno ascoltate e le risposte vanno cercate. Gli adulti non possono tirarsi indietro, dobbiamo infondere speranza, non ingenua ma consapevole; portare testimonianze di biografie autentiche che hanno percorso possibili e reali strade nuove, dare strumenti per rileggersi, alimentare e sostenere il desiderio – che nei giovani c’è, ve lo assicuriamo – di vivere relazioni positive, di mettersi a servizio, di attivarsi per un cambiamento.
I missionari del Pime ogni giorno affrontano sfide e creano ponti. Con il loro esempio infondono fiducia nell’altro e mostrano alle nuove generazioni come tenere il mondo nello sguardo e nel cuore. In questa direzione abbiamo pensato al prossimo anno.
In foto: alcuni dei partecipanti a Time Out a Milano
“Fuori di sé, dal me al mondo” è il titolo che abbiamo scelto come filo rosso delle proposte formative per le scuole. Crediamo sia necessario infatti uscire da noi stessi, dai nostri schemi, dalle abitudini, dai modelli, dalla nostra comfort zone per ritrovarci nella relazione con l’altro. Per “stare in noi” con uno sguardo nuovo, capace di andare a fondo di chi siamo, scoprendo talenti e accogliendo limiti, apprezzando le qualità e lavorando sui difetti. Riconosciamo anche il valore educativo e formativo dell’errore che aiuta a crescere, che ci ricorda la nostra finitezza e, di nuovo, ci apre alla relazione. E una volta scoperto chi siamo non limitiamoci all’io, forte tentazione della nostra società, ma apriamoci al tu. Un tu che tiene nello sguardo l’intera umanità; che ci interpella, che ci chiede di spenderci, di dedicare tempo e attenzioni all’altro e al mondo attorno a noi. “Cominciare da se stessi, ma non finire con se stessi; prendersi come punto di partenza, ma non come meta; conoscersi, ma non preoccuparsi di sé” ci ricorda infatti il grande filosofo della relazione Martin Buber.
La nostra risposta ai dati statistici e ai bisogni di oggi vuole essere un accorato invito ad alzare la testa, a ripartire da noi per andare oltre. In maniera consapevole partiamo dal dato di realtà ma interroghiamoci, portiamo bambini e ragazzi a stare presso un sé autentico e profondo che non si esaurisca nell’io. Andiamo insieme oltre il buon risultato individuale, il voto di un compito, il merito, alziamo lo sguardo verso il compagno di banco, perdiamo tempo per lui perché sappiamo che è tempo donato; guardiamo alla scuola come una comunità che ha bisogno anche del contributo di nuovi giovani studenti; viviamo il territorio e la città come luoghi che crescono grazie all’impegno e al servizio di ciascuno. Educhiamo le nuove generazioni, e forse anche noi adulti, a uscire da noi stessi per andare verso l’altro, prendendoci cura di noi stessi, delle nostre relazioni e del mondo.
E allora anche le nostre fatiche e gli errori assumeranno valori differenti, saremo proiettati verso un senso e un’umanità più ampia; assaporata la bellezza dell’altro avremo meno voglia di chiuderci nella nostra stanza e nell’isolamento. Consapevoli delle urgenze del nostro mondo saremo chiamati ad uscire, ad agire, a cambiare, a spenderci, a vivere… “Fuori di sé”.
Di Elisabetta Nova,
coordinatrice dell’Ufficio Educazione Mondialità
Le nuove proposte educative 2023/2024
Scopri le nuove proposte formative per le scuole per l’anno scolastico 2023/2024.
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