Dall’India a “Mondo e Missione”: due viaggi, tante scoperte

Da un'esperienza in India alla Borsa di studio Piero Gheddo che l'ha portata a esplorare l'archivio storico del Pime. I due viaggi, uno geografico e uno temporale, di Federica, alla scoperta della missione e di un modo per raccontarla

Il Pime, si sa, permette di fare viaggi, ma non viaggi qualsiasi.

Nell’estate del 2019 infatti il progetto Mission Exposure (Mex) del Pime in collaborazione con il Centro pastorale dell’Università Cattolica mi permise di vivere un mese di missione in India. Fu un’esperienza molto significativa non solo per la ricchezza degli incontri, ma anche per le numerose domande che suscitò in me. All’epoca stavo studiando Linguaggi dei media e, mentre passeggiavo nei villaggi del Bengala occidentale, mi chiedevo: “Esistono in Italia delle testate che parlano di questi pezzi di mondo in maniera autentica? C’è qualcuno che racconta la vita e l’impegno dei missionari e delle missionarie, degli operatori laici e consacrati che ogni giorno si dedicano totalmente all’Altro?”.

 

In foto: Federica Pirola (a sinistra) con la sua compagna di missione durante l’esperienza estiva del Mex in India

La borsa di studio Piero Gheddo

Questi interrogativi continuarono a tamburellare nella mia mente anche negli anni successivi e forse per questo, nel maggio del 2021, scoprii il bando delle Borse di studio Piero Gheddo in ricordo del missionario-giornalista che, come nessun altro, raccontò per oltre 50 anni le periferie del mondo e le persone che le abitano.

Le borse a lui dedicate avevano l’obiettivo di realizzare progetti in diverse aree tematiche, per valorizzare le attività del Centro missionario. Subito mi attrasse la proposta nell’ambito della comunicazione: in preparazione al 150° anniversario di fondazione della rivista “Mondo e Missione”, il Pime chiedeva «lo studio e la progettazione di una campagna multimediale per comunicare la storia della testata, il suo contributo all’informazione su Asia, Africa e America Latina e la sua attualità nel panorama informativo di oggi in Italia». Sembrava un invito rivolto proprio a me, per tentare di rispondere alle domande lasciate in sospeso due anni prima, dopo la missione.

 

In foto: padre Piero Gheddo (a destra) in India nel 1977 (foto Archivio Pime)

L'Archivio Pime: un viaggio nella storia

E così, grazie alla Borsa di studio Piero Gheddo ho avuto l’opportunità di fare un secondo viaggio, questa volta all’interno dell’archivio storico della rivista, che fino al 1959 si chiamava “Le Missioni Cattoliche”. Trovai centinaia di diari di bordo, scambi di lettere, poesie, reportage e interviste: 150 anni di racconto da scoprire con curiosità e libertà, sfogliando le pagine di 150 volumi rilegati, uno per annata.

Passavo le ore nella Biblioteca del Pime ad osservare le incisioni raffiguranti i popoli incontrati dai missionari, le antiche cartine geografiche, come quella dell’isola di Hong Kong di padre Simone Volonteri, utilizzata per tracciare i confini attuali della città cinese. E poi ancora, mi perdevo tra le prime fotografie in bianco e nero, i racconti delle Passeggiate attraverso l’Asia o le descrizioni minuziose delle Mode africane.

Il papa per i 150 anni di mondo e missione

La missione ad gentes: un modo di fare giornalismo

Avevo tra le mani un patrimonio ricchissimo: la sfida era farlo conoscere attraverso diversi mezzi, fra cui i social. Fu quindi fondamentale la guida e il confronto con la redazione di “Mondo e Missione”: un dialogo costante tra lo ieri e l’oggi di una rivista che da un secolo e mezzo racconta le periferie geografiche ed esistenziali del mondo. Proprio grazie a Giorgio, Anna e Chiara trovai il filo rosso che legava quei 150 anni di storia, ovvero la costante attenzione a dare voce ai senza voce, a fare missione ad gentes. L’apertura verso i popoli era da sempre l’obiettivo primario dei missionari, ma poi diventò proprio un modo di fare giornalismo, attraverso i numerosi reportage che ancora oggi si leggono nella rivista. Seguii le orme di “Le Missioni Cattoliche” e poi di “Mondo e Missione” e condivisi le mie scoperte con Giorgio Bernardelli – attento osservatore anche delle curiosità più interessanti nascoste nella rivista  – e poi con Chiara Zappa, che le valorizzò con la rubrica “Pagine di storia”.

Quando fu il momento di fare una sintesi di tutto questo, Anna Pozzi ed io lavorammo alla realizzazione di una mostra, una collaborazione formativa che mi permise di fare ordine mentale anche per la stesura della tesi magistrale, che avevo deciso di scrivere proprio sull’evoluzione del reportage in 150 anni di “Mondo e Missione”. Il risultato fu una carrellata di tante immagini e testi per attraversare i grandi temi, la storia e le storie che hanno trovato spazio sulla rivista dal 1872 ad oggi.

Quest’ultimo tassello mi permise di mettere ancora più a fuoco il valore intrinseco di “Mondo e Missione” e la fortuna di averlo potuto scoprire grazie alla Borsa di studio Piero Gheddo. I 18 mesi passati tra gli archivi della rivista e i giornalisti che oggi ci lavorano furono un’occasione preziosa per la mia crescita non solo professionale, ma anche, e soprattutto, umana.

 

di Federica Pirola
vincitrice della Borsa di studio Piero Gheddo 2022

Le borse di studio Piero Gheddo - il bando 2023

l Pime mette a disposizione dei ricercatori due borse di studio intitolate a padre Piero Gheddo, missionario e giornalista che ha speso tutta la vita per raccontare la missione attraverso un incalcolabile numero di scritti.

I destinatari della borse di studio sono gli studenti di corsi di laurea magistrale, dottorandi e laureati in ambito umanistico o di Gestione dei Beni Culturali presso Università italiane ed estere.