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21/12/2022
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Solidarité | Canzone del mese
Undici artisti, quattro lingue, ritmi funk... Una canzone molto "world" che però fa risuonare corde profonde e anche sotto Natale suona bene
Chi ci segue con più attenzione avrà riconosciuto la canzone di questo mese: era la colonna sonora dei piccoli trailer che hanno svelato, pian piano, la nascita del nuovo Centro Pime nel 2019. D’altronde una canzone che si intitola “solidarietà” non poteva non attirare la nostra attenzione.
Se poi andiamo a leggere il testo (e qui bisogna essere linguisti, visto che è in tre o quattro lingue diverse) la curiosità si trasforma in affinità: “Non ci sono stranieri, solo sconosciuti”; “Inscrivo la speranza alle radici della mia vita” e “piantare fiaccole ai confini delle notti” sono versi che, sebbene cantati su un godereccio funk, fanno risuonare corde profonde nei nostri cuori.
In foto, da sinistra: Sidiki Diabaté, suo padre Toumani Diabaté, Fatoumata Diawara e Mathieu Chedid
Solidarité è un brano collettivo (sono in undici a cantare e suonare) che fa parte di un album collettivo. A capitanare il gruppo sono tre pezzi da novanta. Apre la fila Matthieu Chedid, anche noto come -M-, cantante e chitarrista francese di origini libano-egiziane, che in quasi quarant’anni di attività si è portato a casa sei premi Victoire de la musique (il Grammy francese) e una nomination all’Oscar come miglior canzone. Segue a ruota Toumani Diabaté, gigante maliano della kora, un vero e proprio cantastorie africano, un griot, discendente di una famiglia che da 71 generazioni si tramanda questo mestiere di padre in figlio. Infatti accanto a lui in questo disco suona suo figlio, Sidiki Diabaté. E, last but not least, Fatoumata Diawara, star maliana (ma nata in Costa d’Avorio) che unisce il canto tradizionale africano al jazz e al blues e, tra cinema e musica, ha sfiorato il premio Un certain regard al Festival di Cannes del 1999 e un Grammy nel 2011.
Il loro disco, del 2017, si chiama Lamomali (in francese si pronuncia come “l’anima in Mali”) e nasce da un viaggio in Mali, appunto, di Chedid e Diabaté. Tutto l’album, ma Solidarité in particolare, è un’esplosione di gioia ed entusiasmo. Per usare le parole di Chedid: “Una risposta al mondo ansiogeno in cui viviamo”. Una risposta fatta di positività: Solidarité parla di reagire sempre con il bene, parla di bontà che nasce spontanea (“Costruisci amicizia anche involontariamente”) perché è inscritta nel profondo di tutti (“Non si può uccidere l’amore qui dentro”).
In foto: il collettivo Lamomali
Ma la solidarietà, anche se ce l’abbiamo dentro, non viene fuori da sola. E infatti Solidarité parla anche di scelte e della lotta che ognuno deve combattere per difendere la libertà di essere solidali. Partiamo avvantaggiati perché: “Non si può regnare sul cuore degli altri”. “Noi siamo i nuovi re. Voi siete i nuovi re” conclude il brano: abbiamo il comando e la responsabilità di esercitarlo.
In questo periodo, in cui festeggiamo la nascita di un re che ha davvero dato tutto per la libertà degli uomini dal male, anche il sapore “world” di questa canzone – per nulla natalizio – suona bene.
di Gabriele Monaco