Rinasciamo dalle storie

Il nuovo progetto editoriale dell'Editrice Missionaria Italiana esplora le favole dei continenti per ristabilire la centralità del raccontare

❮❮ Ogni scriba, è simile a un padrone di casa che estrae dal suo tesoro cose nuove e cose antiche. (Mt 13, 52) ❯❯

Inizia con una citazione del Vangelo di Matteo il convegno organizzato dall’Editrice missionaria italiana (Emi) e dal Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma per presentare il progetto editoriale Favole dei quattro continenti.

Il Convegno, dal titolo Il ruolo socioculturale della favola: dallo spirito della tradizione alla funzione didattico-educativa, si è tenuto il 12 novembre, a Parma, nella confortevole cornice della casa madre dei Missionari Saveriani. La Biblioteca del Pime ha deciso di parteciparvi: ci è sembrata immediata e lampante la funzionalità e l’importanza dell’incontro, soprattutto in relazione alla convergenza d’intenti col nostro progetto di letture animate per bambini Un baule di fiabe, incontri pensati per portare le storie dei popoli del mondo nella quotidianità dell’infanzia (qui il nostro prossimo evento).

Vorremmo qui condividere e ripercorrere gli argomenti di questa giornata di studi proponendo una serie di spunti di riflessione.

Ma innanzitutto rivolgiamo l’attenzione al progetto editoriale. Le Favole dei quattro continenti intendono valorizzare il lavoro di raccolta, trascrizione e traduzione di favole dei popoli extraeuropei. Il primo volume, presentato in anteprima in occasione del convegno, è dedicato all’Asia. Le favole di questo libro racchiudono la saggezza orientale viaggiando tra India, Cina, Giappone, Indonesia, Thailandia, Cambogia, Filippine, Corea.

 

 

Già negli anni Ottanta, i padri saveriani Mario Riccò ed Ettore Fasolini avevano collaborato con l’Emi per la collana Favole dal mondo raccogliendo quelle favole che ora sono riproposte in questo nuovo volume in una veste nuova e contemporanea. L’obiettivo è donare queste storie «alla conoscenza del grande pubblico per far sì che grandi valori umani permeati di esperienza e tradizione possano ispirare nuove generazioni occidentali».

Laddove l’operazione storica di trascrizione era stata merito dei missionari, ora il testimone “operativo” passa nelle mani di illustratrici contemporanee: «La dimensione artistica è stata affidata a quattro donne. Se il grande lavoro di salvataggio e trascrizione delle favole è stato responsabilità di un grande corpo missionario maschile, la controparte illustrativa è volutamente femminile» (Chiara Allegri, responsabile del progetto e vicedirettrice del Museo d’Arte Cinese ed Etnografico di Parma).

La ripubblicazione di queste favole intende ristabilire la centralità del raccontare avendo sempre a cuore la sensibilità mutata dei bambini che abitano questa contemporaneità, considerando il loro diverso rapporto con l’oggetto libro e la lettura (ne abbiamo parlato qui).

La favola come universale umano

Parlare di favola come universale umano significa interpretarla come atto di autocoscienza: l’espediente narrativo è un tratto ancestrale attraverso cui la realtà acquista un significato intimo e al tempo stesso collettivo. Le favole costituiscono un patrimonio delle fantasie, delle speranze delle credenze e paure degli uomini e ciò è dimostrato dal fatto che, anche se nate in paesi tra loro lontanissimi, parlano di esperienze comuni. Rinasciamo dunque nel racconto, è la narrazione che ci rende umani.

Tuffarsi

Albi illustrati, graphic novel, silent book: la nuova frontiera della letteratura per l’infanzia passa da qui. Ma questa nuova dimensione del libro riguarda anche gli adulti. Se non sappiamo custodire la parte creativa in noi, non possiamo raccontare ai bambini. Ecco, dunque, che la lettura collettiva dell’albo illustrato La piscina dell’autrice coreana Ji Hyeon Lee ci ha permesso di sperimentare i benefici della lettura d’insieme di un silent book, anche tra adulti. Il contenuto e il significato della storia prende forma dalle voci di ciascuno e il silenzio della pagina si squarcia di fronte alla pluralità delle esperienze di lettura.

Colorare nei risguardi

L’illustratrice di Asia – Favole dei quattro continenti è Valentina Bongiovanni. Riconosce come tratti distintivi del suo lavoro la passione per gli animali mitologici e fantastici, le morbide forme à la Botero, i contrasti cromatici nonché la tradizione iconografica giapponese. L’illustrazione a servizio di un libro dedicato all’infanzia è fatale: veicola la lettura in maniera irreversibile perché rimane impressa nella memoria. Così Valentina Bongiovanni spiega il suo processo creativo affinché disegno e parola scritta convivano e fermentino nella fantasia del bambino: “Una graphic novel o un fumetto cerca di lavorare attorno al lettore per invocare un concetto, la favola ti lascia dentro una scintilla. Ho cercato di rappresentare tante fisicità e aspetti diversi per creare un immaginifico che possa far sentire tutti rappresentato; ho scelto di non utilizzare colori realistici per limare gli aspetti più cupi e drammatici e renderli accessibili alla lettura individuale dei bambini”.

L’aspetto più caratteristico di questo volume? Il ritorno dei risguardi, da non lasciare intonsi bensì da abitare. Una scelta pensata e voluta per consentire al bambino di appropriarsi dell’oggetto libro lasciando un segno di sé tra i disegni che costituiscono il pattern.

 

di Sofia Sangalli

La prossima lettura animata