Museo da visitare o museo da vivere?

Il Museo Popoli e Culture è da sempre una finestra sul mondo che si rivolge sia ai grandi sia ai più piccoli, e grazie al rinnovamento e al ripensamento degli spazi degli ultimi due anni, la sua direzione sta diventando sempre più chiara

La curatrice Paola Rampoldi ama definire questo museo come un “un luogo delle relazioni”.

Un posto dove l’esperienza personale dei visitatori si intreccia con quelle dei popoli, delle comunità e delle persone di cui gli oggetti della collezione sono portavoce, per il tramite dei missionari che quegli oggetti li hanno portati fin qui. «Attraverso l’allestimento, le proposte e le soluzioni accessibili e inclusive che via via stiamo inserendo, ci auguriamo che i nostri visitatori si sentano accolti e accompagnati in un percorso di crescita culturale, personale e di benessere».

“La direzione che vogliamo perseguire è quella di agevolare sempre più l’interazione tra museo e territorio, tra museo e comunità, tra museo e persona” spiega Francesca Moretti, responsabile dei servizi educativi.

“Attraverso le nostre proposte – che a partire dagli oggetti della collezione spaziano, solo per citarne alcuni, dai percorsi per le scuole ai laboratori per famiglie, dai campus estivi per bambini e ragazzi al team building aziendale, dall’insegnamento dell’italiano come seconda lingua ai percorsi dedicati a persone con disabilità – vogliamo essere non solo un luogo di apprendimento informale, che lavora in sinergia con i percorsi formativi più tradizionali, ma soprattutto uno spazio di educazione al patrimonio culturale capace di creare legami di affezione, in grado di offrire strumenti di indagine e lettura del mondo e tenere per mano i visitatori lungo tutto l’arco della loro vita”.

È così che il Museo  prende sul serio la responsabilità educativa, con l’obiettivo di favorire una cittadinanza attiva, integrandosi nella società, calandosi nei suoi ritmi, nelle sue esigenze, nelle sue domande e aspettative.

L’esperienza al Museo diventa vera esperienza di senso solo quando entra in risonanza con le persone che la vivono. Ed è attraverso eventi culturali come la rassegna di concerti MuicaInMuseo, o le iniziative per i più piccoli come le Notti al Museo, che questo spazio cerca di intercettare i bisogni e gli interessi dei pubblici, diversificando le proposte e provando a incrociare passioni, storie, temi di attualità, esperienze e mondi interiori con quelli raccontati dagli oggetti provenienti dalle missioni.

Il Museo si pone in una logica di scambio e di arricchimento reciproco con i pubblici che lo frequentano, perché i vissuti e le conoscenze personali, e le domande che ciascuno di noi si pone, possano entrare in un dialogo proficuo con la collezione e contribuire così ad accrescere le consapevolezze di tutti.

È uno scambio vitale.

❮❮ Il Museo è luogo di vita, spazio sensoriale, piazza per nuovi legami e amicizie, casa aperta alla condivisione, laboratorio delle idee, officina di nuovi scenari dove le visioni del mondo si incrociano e ci restituiscono una realtà più complessa, poliedrica, osservata da prospettive inedite e arricchenti. ❯❯

Non vogliamo infatti che il Museo Popoli e Culture sia quel luogo aulico, che  richiama immediatamente al Sapere con la S maiuscola, quello delle nozioni, positivista, legato all’accumulo di informazioni.

Il Museo è luogo di vita, spazio sensoriale, piazza per nuovi legami e amicizie, casa aperta alla condivisione, laboratorio delle idee, officina di nuovi scenari dove le visioni del mondo si incrociano e ci restituiscono una realtà più complessa, poliedrica, osservata da prospettive inedite e arricchenti.

In questo senso ogni Museo è “civico”, anche il nostro, perché appartiene in realtà ai cittadini che a loro volta lo alimentano con il loro passaggio e la loro vita, contribuendo ad aumentare il benessere di tutta la comunità.

Nel nostro caso poi parliamo di un Museo che nasce e si sviluppa nella casa dei missionari del Pime. La sua vocazione dunque non può che essere quella della curiosità, della simpatia verso la ricerca di senso e di assoluto che tutti i popoli hanno sperimentato nelle diverse tradizioni spirituali.

Per questo, ad esempio, nel Museo Popoli e Culture, oltre a percorsi specifici legati alla conoscenza delle diverse religioni, c’è anche la possibilità di partecipare a percorsi di preparazione ai sacramenti.

La logica è la medesima: incrociare gli oggetti della collezione con il cammino personale, anche spirituale, del visitatore. In questa direzione vanno anche le proposte del Museo volte a valorizzare come comunità (parrocchie, oratori, gruppi etc.) alcuni momenti importanti dell’anno liturgico (es. avvento, quaresima, ottobre missionario).

Crediamo fortemente nel “potere trasformativo” che questo spazio può avere sulle persone. Crediamo anche che l’approccio unidirezionale sia da superare. Dunque attendiamo visitatori che desiderano mettersi in gioco, e che ci aiutino a comprendere un po’ di più noi stessi e del mondo che ci circonda.

Venite a trovarci, iniziamo insieme un nuovo viaggio.