Per i diritti dei bambini? Bisogna scendere

Ospite dell'ultima puntata del Tappeto volante è fratel Lucio Beninati, missionario in Bangladesh, che vive con e come i bambini di strada. Per creare un legame di fiducia e tornare con loro a immaginare un futuro

Il 20 novembre si celebra nel mondo la Giornata internazionale per i diritti dell’infanzia e dell’adolescenza. Un tema spinoso se pensiamo che nel mondo, ci avverte l’Osservatorio Diritti, 7 milioni di bambini vivono privati delle loro libertà, oltre 60 milioni non vanno a scuola e si stima che circa 100 milioni siano ragazzi di strada.

Fratel Lucio Beninati, missionario con il Pime a Dacca, in Bangladesh, questa realtà l’ha presa sul serio. Ne ha fatto una ragione di vita. Da tanti anni ormai ha scelto di vivere con e come i ragazzi di strada che aiuta ogni giorno. La sua piccola casa consiste in un tetto in lamiera e qualche canna di bambù per sostenerla. Insieme a un musulmano e sei cristiani, tra cui quattro tribali, ha aperto da tanti anni un’associazione il cui nome è tutto un programma: “Associazione per servire i bambini di strada”. Li vanno a cercare, giocano con loro, creano fiducia e legami sperando di aiutarli a lasciare la strada e tornare a immaginare un futuro. In questo modo si fanno anche custodi dei loro diritti negati.

Ma chi ha ispirato fratel Lucio a una vita del genere? Chi glielo fa fare?

Lui cita Raoul Follereau e Charles de Foucauld, ma nel suo racconto c’è anche la Napoli di Secondigliano, nel quartiere Scampia.

Lì ha imparato che il Vangelo si comunica condividendo pienamente la propria vita con gli altri.

In questa intervista fratel Lucio ci racconta il suo percorso.

Ci invita a “scendere”, come ripete più volte.

Scendere dai privilegi, dai piedistalli della comodità, dai pregiudizi, scendere nelle strade complicate della vita per imparare a dare e ricevere amore.

In Bangladesh la sua azione ha generato curiosità e ha coinvolto tante persone, anche di fedi diverse.

Il suo modo di farsi prossimo non è passato inosservato.

Potrà dire qualche cosa anche a noi?

Con questa curiosità abbiamo acceso microfono e telecamera per registrare la nostra puntata.