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08/11/2022
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Siamo tutti migranti, ma con diritti diversi
Migrare significa lasciare il luogo di origine per stanziarsi, anche solo temporaneamente, altrove. Questo concetto è tale da millenni, in quanto risponde a una necessità che è rimasta immutata nel tempo: spostarsi, soprattutto in gruppo, per cercare un luogo migliore in cui vivere
La mobilità è un tratto che contraddistingue l’uomo fin dalla preistoria e lo ha spinto a diffondersi e a popolare l’intero globo terrestre. La tendenza migratoria è riscontrabile in ogni epoca e non c’è gruppo umano che non abbia conosciuto migrazioni, è uno dei fenomeni più antichi.
Se il termine “migrante” è in genere in antitesi a sedentario, è vero anche che l’uomo vive entrambe le dimensioni. Potremmo rileggere la storia del genere umano nell’ottica di una grande migrazione planetaria, in cui tutto è in perenne movimento e costante ricerca di stabilità.
❮❮ Il fenomeno migratorio esige un’anima grande, come il mare: ampia, aperta, azzurra, spesso in burrasca, ma dentro, nella profondità, silente. ❯❯
I continenti, gli stati, le regioni non possono essere visti come aree statiche, definitive, concluse in se stesse una volta per tutte: non lo sono mai state e non potranno mai esserlo. Sono piuttosto entità geografiche, politiche, demografiche, culturali che si sono formate e sono in continua formazione per mezzo degli spostamenti e degli stanziamenti umani, in cui autoctoni e alloctoni (chi vive in un territorio da molto tempo e chi è arrivato in quel territorio da poco) sono entrambi parti attive e responsabili.
Uomini diversi, da sempre, si sono amalgamati gli uni con gli altri dopo infiniti viaggi e peregrinazioni, popolando i territori.
È proprio da queste riflessioni e consapevolezze che parte la mostra interattiva, dedicata alle scuole, “Umanità in viaggio. Nuove rotte per condividere il mondo” che si è aperta in questi giorni al Centro Pime di Milano.
Attraverso esperienze sensoriali, installazioni, supporti multimediali, attività di gruppo e simulazioni i formatori dell’Ufficio Educazione Mondialità accompagnano gli studenti a indagare la complessità del fenomeno migratorio, senza pretesa di esaustività, ma con la speranza di suscitare buone domande.
Tante e diverse sono le cause e i bisogni (ma anche i sogni) che spingono le persone a migrare: dalla preistoria all’attualità moderna le migrazioni non hanno avuto luogo solo perché legate a bisogni e vantaggi, ma probabilmente anche per il piacere e l’emozione della scoperta del nuovo.
Eppure per molte persone, migrare significa esporsi a rischi enormi e il nostro Mar Mediterrano sembra avere, da questo punto di vista, un triste primato come luogo tra i più pericolosi in assoluto. Nel passaggio via mare verso l’Europa si muore soprattutto per annegamento, per fame o disidratazione, senza contare la possibilità di subire violenze, stupri, torture o rapimenti. Dal 2013, anno del tragico naufragio avvenuto al largo di Lampedusa che provocò la morte di 368 persone, hanno perso la vita nel Mediterraneo, ad oggi, quasi 25.000 persone.
Le statistiche pubblicate dall’Unhcr dicono che nel 2021 sono stati registrati 3.231 morti o dispersi nel Mediterraneo e nell’Atlantico nord-occidentale, contro i 1.881 del 2020, i 1.510 del 2019 e gli oltre 2.277 del 2018.
“Nel dramma che è di molti – sostiene padre Alberto Caccaro, missionario del Pime in Cambogia – non possiamo perdere di vista la sorte dei singoli. I nostri interventi non devono portare solo numeri e percentuali, ma far muovere il cuore. Il fenomeno migratorio esige un’anima grande, come il mare: ampia, aperta, azzurra, spesso in burrasca, ma dentro, nella profondità, silente”.
Questo è l’augurio che facciamo a tutti gli studenti e docenti che prenderanno parte alla mostra interattiva, ma anche al pubblico che vorrà vedere lo spettacolo “Fisionomie“, proposto all’interno della stagione del Teatro Pime, venerdì 11 novembre alle ore 21. Utilizzando il linguaggio dell’arte, lo spettacolo indaga i sogni e i legami dei migranti, che hanno attraversato il mar Mediterraneo nella speranza di un futuro migliore.