Anche in discarica la scuola è un diritto

Nello slum di una discarica abusiva di Yangon, New Humanity International, ong legata al Pime, ha avviato una scuola per i più piccoli. Per dar loro migliori opportunità, per crescere cittadini di domani, attenti ai temi della democrazia e della cittadinanza, ma soprattutto per garantire loro il diritto all'istruzione

Qualche mese fa una famiglia di amici ci ha proposto di portarci a conoscere una nuova realtà nel distretto di Insein.

Conosciamo già il distretto, è uno dei più estesi della città di Yangon, non lontano da dove già lavoriamo. Una volta arrivati, però, capiamo che ci vogliono mostrare qualcosa di totalmente diverso. Dopo una lunga camminata per vicoli sterrati, tra case che si fanno sempre più fatiscenti, arriviamo in una discarica. E qui, sopra montagne di spazzatura, sorge una piccola città: un agglomerato di baracche, una sorta di terra di nessuno.

Ci spiegano che nel 2008, in seguito al ciclone Nargis che ha devastato molte aree costiere del Myanmar, una parte della popolazione è stata costretta ad abbandonare i propri villaggi e a dirigersi verso le città. Un gruppo di famiglie si è insediato in questo angolo, costruendo casupole provvisorie all’interno di una discarica abusiva. Quella che doveva essere una soluzione temporanea è poi diventata definitiva, e oggi in questo slum vivono 350 famiglie, per un totale di circa 1500 persone, tra cui 89 bambini sotto i cinque anni.

Queste baracche sono abusive e le famiglie non si sono mai registrate all’anagrafe dopo il loro arrivo in città, così come i bambini nati in seguito al loro spostamento qui. Questi piccoli per lo Stato non esistono e perciò non hanno diritto all’accesso né all’educazione né alle sanità.

Bambini che sulla carta non ci sono, eppure eccoli lì intorno a noi che corrono, ridono, giocano.

Da qui l’idea di costruire una semplice scuola per accogliere i più piccoli, tra i 3 e i 5 anni, perché possano avere un posto dove crescere e imparare in modo sicuro.

Abbiamo deciso di lavorare con i più piccini perché con loro è possibile avviare un percorso di educazione prescolare, con l’obiettivo di accompagnarli poi nell’inserimento scolastico. Lavorare con i bambini piccoli è anche la preziosa occasione per conoscere le loro famiglie, per fare ai genitori educazione sanitaria e alimentare e, non appena le condizioni politiche lo permetteranno, accompagnare il processo di registrazione all’anagrafe dei figli, per poter garantire loro il diritto all’identità e quelli che da questo derivano.

Abbiamo chiamato la scuola Golden Beehive, l’alveare d’oro. Golden, perché l’oro è il colore sacro in Myanmar. Beehive, perché l’alveare è una comunità in cui l’uno si prende cura dell’altro, in cui ognuno ha il suo ruolo e chi detiene la leadership sa farsi guida dei più piccoli.

La scuola è stata avviata a febbraio ed oggi ospita già 70 bambini. Vengono insegnate le materie propedeutiche all’inserimento scolastico, ma viene anche data molta attenzione allo sviluppo delle capacità relazionali e alla crescita emotiva dei bambini. Vengono anche garantiti un pasto al giorno e visite mediche periodiche.

Vogliamo promuovere lo sviluppo personale e sociale del bambino, basandolo su un’esperienza di vita comunitaria democratica e di educazione alla cittadinanza attiva, coinvolgendo sempre di più la comunità intera nelle attività.

E lo sapete che potete sostenere il progetto anche con un voto? Votate la nostra foto e condividetela sui social entro il 30 novembre a questo link!

 

di Francesca Benigno
Fondazione New Humanity International

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